Immagina un mondo completamente connesso. Uno in cui la vita fisica e quella digitale si sono fuse. I sensori raccolgono costantemente dati su salute, posizione, abitudini di acquisto e comportamento generale, condividendo queste informazioni olistiche con gli organi di governo, le aziende e i gruppi di interesse. La conoscenza viene messa a disposizione attraverso delle lenti digitali e una verità comune sul mondo sta per essere riconosciuta e verificata da un progetto guidato dalle Nazioni Unite. L’umanità ha finalmente raggiunto l’immortalità, almeno attraverso una versione digitale di ognuno basata sull’intelligenza artificiale.
È l’anno 2030. Gli zoomer stanno entrando nell’età adulta senza conoscere null’altro che un’esistenza completamente connessa. L’impronta digitale si è evoluta oltre i comuni social media. Molte persone ora imparano, lavorano, fanno acquisti, mangiano e si curano online, grazie alle reti 5G, ad algoritmi più accurati e alla stampa 3D (e ora 4D). Beneficiano delle quasi totale assenza di lavoro fisico resa possibile dalla prevalenza del lavoro da remoto e, per i settori industriali, dall’industria 4.0. Ma c’è una crescente parte di cittadini che è stanca e risentita a causa dell’ingente volume di informazioni personali che le imprese possono ottenere. Questi “Splitter” desiderano tornare a un'”età dell’oro” e idealizzata della privacy. Ma non finisce qui, anche la recente interdizione, in un Paese vicino, di insegnanti ritenuti “indesiderabili” dal sistema, alimenta la fiamma delle preoccupazioni.
Indipendentemente dal fatto che la tecnologia abbia fornito maggiore efficienza e sicurezza, ha senza dubbio reso il mondo online più pericoloso. Una maggiore connettività ha portato a una superficie di attacco più ampia che gli aggressori sfruttano. Nel momento in cui le minacce come la manipolazione e l’estorsione dei dati, così come le azioni che mirano a rendere indisponibili i servizi, sono in circolazione da più tempo di un vecchio e polveroso NFT, i cyber criminali hanno ancora più strumenti a loro disposizione per chiedere riscatti e sottrarre denaro dai conti bancari.
L’azienda per cui lavori è diventata completamente automatizzata eliminando, con tuo grande sollievo, la minaccia dell’errore umano. Ora hai il compito di svolgere attività più impegnative e incentrate sui risultati. Tuttavia, la proliferazione del crime-as-a-service (CaaS) ha fornito a individui con competenze tecniche scarse o nulle gli strumenti necessari per gestire la propria impresa di crimine informatico. Questo si combina con l’aumento degli attacchi basati sull’intelligenza artificiale e sembra che nessuna organizzazione sia al sicuro da un attacco.
Le aziende non sono l’unica entità vulnerabile alle minacce avanzate. Gli amici e parenti che hanno offerto volontariamente gran parte delle loro vite ai social media ora continuano a vivere come “infinito-me”. Questi spiriti digitali apprendono autonomamente e sono in grado di creare nuove esperienze. Ultimamente ti ritrovi a pensare al tuo “infinito-me” più di quanto pensi alla tua mortalità. Tanto più che i cyber criminali hanno trovato il modo di sfruttare gli “infinito-me”, tenendo in ostaggio la memoria del defunto o costringendolo ad agire in modo inappropriato a meno che non venga pagato un riscatto.
Benvenuto nella tua nuova realtà, più connessa che mai a tutte le ricchezze che la vita moderna ha da offrire, ma dove la verità non è mai stata così inconsistente. Benvenuto a New San Joban.